mercoledì 8 luglio 2015

M come Mezze osservazioni sociologiche da un ombrellone sulla spiaggia


M come Mezze osservazioni.
Semiserie.
Senza nessuno scopo sociologico.
O opinionistico.
Me ne sto in spiaggia.
Sotto un ombrellone.
Osservo.
E penso. Rifletto. Considero.
Ripenso a me. Poco più di una trentina di anni fa.
Stessa riviera.
Alcune cose, statiche. Una garanzia.
Come il Mottarello. La Coppa del Nonno.
Sempre disponibili sul cartello non più scolorito ed arruggino dei gelati confezionati.



Non vanno più di moda, probabilmente.
Ma fanno stare bene. E donano sicurezza.
Come i Calippo. Solo due gusti.
O i Cuccioloni. Biscotti gelato trigusto.
Vivono di un successo ormai lontano.
Ma sopravvivono. O almeno sembra.
Hello Kitty. Water Melon. Smarties cornetto.
Sono le novità per le nuove generazioni.
Che preferiscono il gelato artigianale.
E ieri, quando ho chiesto alla Seienne di andare a prenderci un bel Mottarello mi sono sentita rispondere "Mamma Motta che!?!?".
"Vado a prendere un cono pera e ricotta vegan e nocciola Dop"
...
Concludo che come per l'uomo,
anche per i gelati da spiaggia,
viene confermata la teoria darwiniana dell'evoluzione.
E quelli confezionati sono specie in estinzione.
Ma chi può dirlo.



Il tradizionale "Coccobello" con cestino e campanello e le sue rime in napoletano, c'è.
Non so quante fette di cocco venda, ma resiste ed ogni giorno passa a metà mattina e tardo pomeriggio.

La crisi c'è e anche i venditori di borse e simili rigorosamente falsi, pur se sempre meno, vengono ancora avvistati. Rimangono a riva.
E non è loro permesso entrare tra gli ombrelloni.
Non vedo compratori.
Ma per la famosa legge del mercato, se ancora propongono, qualcuno sarà interessato alla loro merce.
Sono contraria alla contraffazione.
Da sempre.
E se nessuno comprasse.
A nessuno converrebbe più produrre.
E sfruttare. E vendere.
Lezioni spicce di alta finanza vista mare.



Sono su un lettino.
Le sedie sdraio oramai sono una rarità.
Dopo anni di schiene spaccate e gambe in posizione angolo retto, finalemente i lettini sono offerti di default da tutti gli stabilimenti balneari.
Le cabine sono meno di moda.
E i servizi igienici offrono docce calde di ultima generazione, gabinetti con copriwater e simili (il mio bagno in nota rinomata località ligure di quando ero bambina trattavasi di una turca su base in legno), fasciatoio con pannolini Swim up in omaggio e sacchetti antiodore dove richiuderli.
Mica roba da poco.
Il tutto incluso nell'ingresso con i due lettini e l'ombrellone.
Dal mio, noto, purtroppo, che la gente ancora imperterrita continua a fumare.
Magari meno di una volta.
Ma ancora mi tocca subire l'odore del fumo delle sigarette fumate dagli altri.
Siamo in spiaggia. Lo so.
Ma appunto, almeno qui vorrei respirare aria di mare.
Sarà un'idea ma mi sembra che le fumatrici siano rimaste molte donne.
E tra i 30 e i 50 anni. Con bimbi al seguito.
Ripeto, è ciò che sembra a me.
Per cui nulla è attendibile o da considerarsi certezza.
La mia impressione sul fumo, rimane però questa.

Quando ero piccola io ('sta frase fa un po' retrò) c'erano più topless che donne con il seno coperto.
Ora io francamente di topless non ne ho visto nemmeno mezzo.
Mi limito a riportare questa notizia.
A voi lettori le conclusioni.

Tatuaggi ne abbiamo?
Tanti. Tantissimi.
Uno spreco!
Non mi ricordavo ce ne fossero così ai miei tempi.
Ieri ho trascorso un'ora a leggere.
Braccia. Schiene. Gambe.
Citazioni. Date.
Di tutto ci ho letto sui corpi.
Non tautati? Forse qualche minorenne.
Ed io.

Nessuna cuffia sulla testa in mare.
Oramai anche le nonne sono moderne ed hanno tagli alla moda.
E sanno nuotare.
E sono le signore che "quand'ero piccola io" avevano 30 anni.
Figlie dell'emancipazione e delle lotte post femministe.
Nonne ora con smartpphones e tablets.
Più rilassate.
Forse meno stressate e più benestanti di quelle della mia generazione.
Nonni che non hanno fatto la guerra.
E che possono permettersi  e godersi ancora (e forse rimarranno i soli) la loro pensione guadagnata in anni di lavoro.
I nipoti, quelli, rimangono gli stessi.
Riporto dialogo appena ascoltato.
"Davide ma hai l'infezione alle orecchie. Non avresti dovuto bagnarle"
"Nonnina vai tranquilla. Tu vedi i capelli bagnati, ma ti garantisco le orecchie non hanno visto una goccia di acqua"!
"Bravo amore mi raccomando"!
La nonna torna sul lettino a leggersi "...".
Il nipote dodicenne fa doppio salto e si tuffa nel mare. Senza bagnarsi le orecchie. Ovvio.
Almeno nelle convinzioni della nonna.
La mia nemmeno mi avrebbe fatta avvicinare alla battigia.
Figuriamoci metter un piede in mare. Pure se il problema fosse stato alle orecchie.



Mamme e papà in forma. Vero.
Ma agitati. Troppo nervosi e poco pazienti.
Nessuno sembra più ossessionato dal cibo.
Bimbi e preadolescenti in formissima.
Che spazzolano vaschette di frutta fresca al posto di focacce e fugassin.
Questo è un aspetto che ho notato.
E che mi piace.


Bagnini professionisti.
Giovani. O meno giovani.
Sulle torrette con walkie talkie e ogni possibile mezzo di salvataggio a disposizione.
Dalla moto d'acqua alla tavola da surf.
E non si chiamano più bagnini.
Vocabolo obsoleto.
Ma Lifeguard.
I pedalò resistono.
Ma sono sempre liberi.
Ricercate con lista di attesa le canoe e i surf board.
Anni di Baywatch alla tele ci hanno indubbiamente condizionato.


Io avevo un secchiello e una paletta e un rastrello e un mulinello. Setaccio e formine.
I colori erano 4.
Giallo. Blu. Rosso. Verde.
Da lì non si scappava.
Adesso il materiale plastico destinato alle costruzioni in sabbia è di ogni sorta e dimensione.
Colori che vanno dal fucsia glitterato all'azzurro elettrico metalliscente.



In acqua molti galleggianti dalle svariate forme (delfini, aragoste, tartarughe, donut!!!) hanno sostituito i materassini lato blu e lato rosso in tessuto pesante che non bastava un mese per farli asciugare e che sbiadivano e rimanevano macchiati dal sale del mare.
Ve li ricordate?!?
Nessun salvagente. Oggi. Se non quello Step123 per i neonati garantiti e assicurati a norma di ogni legge e ribaltamento. Vanno di moda e forse sono più sicuri che tenere piccolini al collo nel mare.
Lì galleggiano e si godono il fresco sgambettando liberamente.
Pochi cappellini.
Noi si era quella che senza cappello o foularino non si usciva di casa.
Ora le teste sono sempre rinfrescate.
I corpi schermati da protezioni 50 water proof.
E costumini high tech che proteggono e fanno traspirare.
Menomale.
Il sole fa bene.
I raggi U V no.
Qualcuno se ne frega e si abbronza.
Selvaggiamente.
Ma sono in pochi.
E non sono di moda.
Non lo sono proprio più, per fortuna.
Titntarella di luna e color latte sia!

Racchettoni what?
Non se ne vedono più.
Per buona pace di chi ama sedersi a riva.
E che non rischia più di prendersene uno in testa.
Ora ci sono campi da beach volley e calcetto offerti agli ospiti degli stabilimenti a ridosso del lungomare.
Rimane in voga il torneo delle carte tra gli ombrelloni.
Che resiste alla tecnologia di pad e smartphone.
Son decisamente cose belle.

Sparite completamente le piste di biglie colorate con le foto dei ciclisti e delle macchine di F1.
Noi che impiegavamo una mattina per progettarle e realizzarle.
E occupavamo un pomeriggio per terminare la gara!
Di quelle biglie non c'é più traccia nemmeno in edicola e nei negozietti del budello.
Estinte. Come le nostre pose plastiche per poter tirare al meglio.
Agili e sportivi era una delle attività più di moda a quei tempi.

I bambini non spariscono più.
E gli altoparlanti degli stabilimenti non cercano "i genitori di Giulio"; e nessun "bambino Andrea aspetta i genitori ai Bagni Vittoria".
Ora girano con i braccialetti tipo villaggio turistico.
Ogni bagno un colore.
Numero di telefono.
Ma son più svegli di noi.
Loro. E ci tornano da soli al bagno.
E nonni e genitori meno apprensivi.
Dei nostri dell'epoca.
Certo che avremmo potuto inventare prima 'sta cosa dei braccialetti.
(Ringrazio Silvia S., amica mia e quasi coetanea, per questi due ultimi ricordi!)

Non ci si sporca più i piedi ed il costume di catrame.
Ai miei tempi era normale.
Vivaddio forse, siamo riusciti a correre ai ripari!
Una cosa manca, nonostante sia un segno di una evoluzione positiva e di una ulteriore attenzione all'ambiente,  e sono i sassolini levigati dalle onde, i vetrini, resti di bottiglie abbandonate nel mare.
Non ce ne sono più.
Nemmeno mezzo.
Io passavo le ore in riva a raccoglierli e separarli per colore.
Meglio per i nostri mari. Assolutamente.
Ma concedetemi questo ricordo, nostalgia di una me, bambina degli anni Settanta.
Con la crema Coppertone. E le spalle che si spellavano comunque.
Per il momento dalla postazione di M as Me in vacanza è tutto.
Ritornerò tra un paio di settimane.
Se avete altre cose da riportare dalle vostre di postazioni estive, scrivetele nei commenti.
Aggiornerò il post.
Con i nostri ricordi memorabilia di un passato che sembra ieri e che oramai appartiene ad un'altra generazione.
Un abbraccio.
Buon mercoledì. Buona estate. Buon mese di luglio.
Vostra M as Me




giovedì 2 luglio 2015

M come My Secret Dinner 2015!





M come My Secret Dinner!
Lago di Como
3 luglio 2015
Preparativi in corso
Bianco. Total white.
Con un tocco di rosso.




Solo cose belle.
No plastica.
No carta.
Tessuto.
Vetro.
Porcellana.
Candele.
Fantasia.
Passione.
Energia.
Pic nic in città.
Eleganza e semplicità.
Me!



Un'idea originale.
Un'organizzazione straordinaria.

Trovate QUI la storia. 

I dettagli.
 L'amore che ha portato My Secret Dinner fino alle sponde del Lago di Como. 
E oltre!
Seguite Me!

"Serve poco per rendere speciali le cose semplici.
Ma non è da tutti rendere straordinaria la semplicità"

#MySD_Como
#MySecretDinner
#SonounodiMySD

Noi ci proviamo!
M as Me



mercoledì 1 luglio 2015

M come Ma le vacanze?



M come Ma le vacanze?
Si usa ancora organizzarle mesi prima, 
oppure si aspettano i last minute?
Sempre le due settimane centrali di agosto, 
o flessibilità durante i mesi estivi?
Vivendo e lavorando a Roma mi ero abituata a viaggiare durante i mesi invernali.
Nella capitale si sentiva meno la chiusura delle fabbriche nel mese più caldo dell'anno.
Mentre qui da noi, sembra ancora una consuetudine radicata.
In più adesso, oltre al rientro in Lombardia, devo tener presente,
come moltissime famiglie,
il fattore scuole.
Pertanto le vacanze estive saranno tappa obbligata 
tra metà giugno e metà agosto.




Avete già prenotato?
Le agenzie propongono viaggi a prezzi veramente allettanti 
per destinazioni considerate dalla Farnesina "a rischio".
Quali Nord Africa, paesi del Golfo, Egitto. 
Si è aggiunta la Grecia.
Vi fate condizionare dai suggerimenti di "non andare" 
oppure vi fate attrarre dalle offerte "mai viste" e ci andate comunque?
Mi è sempre piaciuto osservare le abitudini degli italiani.
E quella della scelta delle vacanze è decisamente una tra le più interessanti.
Mare o Montagna?
Italia o Estero?
Appartamento o Hotel?
Fai-da-te o Agenzia?
Località turistiche o città/paesi turistici?



Io credo che l'importante sia fare 
ciò che ci permetta di scaricare le fatiche di un anno di lavoro e di scuola.
E soprattutto di ricaricarci per affrontarne un altro.
Ognuno dovrebbe considerare solo ciò che lo arricchisce e lo rilassa.
E quel che fa per me, magari non è di nessun interesse per gli altri.



E allora in questo mercoledì primo luglio duemilaquindici 
vi lascio all'organizzazione delle vostre vacanze estive.
Che siano al lago, nel giardino di casa, 
su qualche isola o oltreoceano, 
fuori porta o in posti lontani,
attraverso un libro, in nave, in auto o in aereo,
l'importante è staccare la spina.
Alleggerire la mente e riempirla di sogni.
Presi dalla quotidianità, spesso ci sfuggono anche quelli.
Che le vacanze siano occasione di riflessione. 
Di osservazione. Di semplice occasione per rallentare.
Respirare.
Con calma.
E vivere ogni minuto riempiendolo di noi.
Dove ci piace.
Con chi ci piace.
Con semplicità.
Con un mente aperta. 
Come piace a noi.



Usando questo tempo per fare ciò che non riusciamo a fare durante il resto dell'anno.
E anche questo è un privilegio.
Non lamentiamoci che sono troppo corte.
Ogni giorno scorre sulle 24 ore.
Proviamo riconoscenza.
Grati per il sole e il caldo.
E per l'estate.
Buon mese di luglio!
Buon mercoledì.
Da M as me.



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